La Cina può aiutare l’Africa e l’Italia deve aiutare la Cina

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Il nuovo Ministro degli InterniMatteo Salvini, oggi è in Sicilia a visitare i centri di accoglienza profughi per comprendere quali iniziative il nuovo governo dovrà portare avanti nei prossimi mesi. Come stabilizzare i flussi migratori dall’Africa? La Cina credo possa offrire una soluzione, forse una delle poche.

 

Uno dei cinque pilastri fondamentali del successo economico cinese (crescita del Pil del 9,5% annuo per quarant’anni consecutivi, cosa mai successa nella storia dell’umanità) è stato il modello che si basa su

a) prima costruire infrastrutture e urbanizzare e

b) poi accogliere i migranti.

La Cina sta cercando, non perché sia Babbo Natale, ma perché ha interessi economici, di stabilizzare la situazione economica in Africa. Da quando la Cina investe in Africa, negli ultimi 15 anni, il tasso di povertà nel continente ha incominciato a diminuire dal 50% a circa il 40%.

In effetti oggi, la Cina è l’unico paese al mondo in grado di mobilizzare contemporaneamente capitali e risorse umane, materie prime e anche know-how. Cioè, la Cina ha conoscenze superiori a qualsiasi altro paese al mondo su come gestire 1 miliardo di persone, su come gestire la migrazione di 1 miliardo di persone, su come gestire l’urbanizzazione di 1 miliardo di persone. Se siamo fortunati, la Cina potrebbe riuscire a riprodurre il proprio modello di successo anche in Africa. L’Italia è uno dei paesi che può giocare un ruolo attivo in questa presenza cinese in Africa, aiutando la Cina ad “aiutarli a casa loro,” che non è uno slogan ma la realtà di questo nuovo mondo globalizzato.

L’Occidente, con quello che io chiamo il modello di Bob Geldof basato sulla beneficenza, non ha purtroppo portato grossi benefici in Africa, dove il numero dei poveri negli ultimi cinquant’anni è aumentato di centinaia di milioni, mentre in Cina è diminuita di 800 milioni. Numeri alla mano è inutile storcere troppo il naso nei confronti della Cina.

L’Italia deve ben comprendere, come io ormai predico da anni, che la Cina è sia una sfida che un’opportunità, ma va prima ben studiata, compresa (come detto a Piacenza) e approcciata in modo sistemico. Il paese deve svegliarsi e da un lato, sapersi difendere dalle sfide mentre dall’altro, non deve farsi sfuggire le opportunità (forse mancanza più grave ancora). Il tutto deve svolgersi in modo coordinato tra tutte le entità del paese: governo, aziende e singoli cittadini. Solo in questo modo si può veramente rafforzare la cooperazione con paesi terzi e comprendere cosa significa la Via della Seta, la Banca asiatica d’investimento per le infrastrutture (AIIB), il Silk Road Fund e tanto, tanto altro.

N.B. Il tema della presenza della Cina in Africa, del modello di gestione della migrazione in Cina e’ già stato trattato in passato, e di sotto alcuni link di riferimento

Modello cinese: una possibilità per l’Africa

Il controllo della migrazione: uno dei pilastri del successo economico cinese

Il successo del melting pot americano si basa sulla migrazione legale

The Economist afferma che l’Italia ha bisogno di migranti. La mia risposta

 

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